Pensare al peggio per ottenere il meglio

di U2COACH

Siamo abituati a pensare che l’ottimismo sia la chiave del successo. Ma quante volte l’ambizione si scontra con la realtà? E quanti progetti promettenti naufragano per errori prevedibili? Anche se può sembrare contro intuitivo, essere preparati al peggio può davvero fare la differenza tra successo e fallimento.

La tecnica Premortem, sviluppata dallo psicologo cognitivo Gary Klein, ci invita a considerare attivamente gli ostacoli e le difficoltà che potremmo incontrare prima del lancio di un progetto. Giocare d’anticipo non è solo una buona pratica, ma una strategia vincente per identificare i potenziali rischi, migliorare la presa di decisioni, elaborare piani d’azione più efficaci. 

Un esempio pratico di visualizzazione negativa

Henry Ford diceva: “Se pensi che qualcosa possa andare storto, probabilmente lo farà.” Ecco, immagina di ambire ad un avanzamento di carriera. Visualizza lo scenario più deludente in cui NON ottieni la posizione desiderata. Perché? Forse non hai abbastanza esperienza per quel ruolo o un collega più preparato di te si è appena candidato. Analizzando le possibili cause, potresti decidere di seguire un corso di formazione, chiedere mentoring a un collega più esperto, oppure lavorare su un progetto che ti permetta di migliorare le tue skills. In questo modo, sarai pronto/a a cogliere la prossima opportunità con maggiore preparazione e sicurezza.

La visualizzazione negativa non è pessimismo, ma una forma di preparazione mentale.

Cosa ti spinge di più ad agire:

→ evitare un problema o raggiungere un obiettivo?

In che modo pensi al futuro:

→ tendi a visualizzare più scenari positivi o negativi?

In psicologia chiamiamo metaprogrammi i filtri mentali che ci aiutano ad interpretare la realtà. Influenzano il modo in cui percepiamo le informazioni (alcuni di noi si concentrano sui dettagli, altri sull’immagine d’insieme) prendiamo le decisioni (alcuni sono più razionali, altri più intuitivi), ci relazioniamo con gli altri (alcuni sono più orientati alle persone, altri alle cose).

Uno dei metaprogrammi più comuni è “lontano da” e “verso”

Le persone con un forte orientamento al “lontano da” sono principalmente motivate dall’evitare il fallimento. Sono spesso guidate dalla paura e tendono a concentrarsi sugli aspetti negativi di una situazione. Questo orientamento può essere molto utile per evitare rischi e pericoli, ma può anche portare a un atteggiamento eccessivamente cautelativo e limitante.

Le persone con un forte orientamento al “verso”, invece, sono motivate dal raggiungimento di obiettivi positivi. Sono spesso guidate dalla speranza e dalla voglia di crescere. Questo orientamento può portare a una grande determinazione e a un forte senso di scopo, ma può rivelarsi inefficace se induce a trascurare i potenziali rischi.

Le persone con un forte orientamento al “lontano da” tendono a utilizzare più frequentemente la visualizzazione negativa. In altre parole, se sei più motivato a evitare il fallimento, è probabile che tu immagini spesso gli scenari negativi. Al contrario, le persone con un forte orientamento al “verso” tendono a focalizzarsi di più sulla visualizzazione positiva.

Entrambi gli orientamenti, “lontano da” e “verso”, hanno i loro punti di forza e di debolezza. Un equilibrio tra i due può essere molto utile per affrontare con efficacia le sfide della vita.

Approfondiamo questi temi nei nostri corsi di certificazione iWAM + Extended Disc, due straordinari strumenti di assessment di immediata applicazione nella facilitazione di percorsi di coaching individuali e di team, e nella gestione e sviluppo delle risorse umane.

Scopri di più 

Tutti gli articoli

Il sottile dilemma tra supporto e empowerment

di Flaminia Fazi

C’è un momento, in ogni percorso di coaching, che mette alla prova non solo le nostre competenze, ma l’essenza stessa di chi siamo come coach. È quel silenzio carico di attesa, durante una sessione, quando la persona davanti a noi si volta — con lo…

leggi di più

Il feedback sblocca il potenziale

di Flaminia Fazi

Se sei un coach professionista o un manager, sai già che il feedback è uno degli strumenti più potenti per la crescita. Ma ecco la domanda chiave: lo stai usando in modo efficace per favorire una pratica deliberata e una vera evoluzione nelle persone o…

leggi di più

Il successo non è talento, è strategia

di Flaminia Fazi

Il segreto dell’eccellenza: la pratica deliberata Hai mai provato a migliorare in qualcosa e, nonostante ore di esercizio, i progressi sembravano minimi? Spesso si pensa che la ripetizione sia la chiave per diventare bravi in qualcosa, ma la verità è che non basta fare, bisogna…

leggi di più