Non c’è peggior discriminazione di trattare tutti nello stesso modo …

di Gabriella Vedani

Si fa un gran parlare di diversity inclusion … Il rischio è di trattare la inclusion della diversity come necessità e non come atto di volontà nel rispetto delle specificità. Perchè l’inclusione sia reale ed efficace, occorre ripensare ai modelli organizzativi trasformandol’azienda attraverso un concetto di pluralismo. Ciò significa lavorare affinchè i managers acquisiscano nuove skills (“Diversity Management”), sia nelle fasi di selezione che nella gestione delle risorse. Occorre lavorare su nuovi valori e su nuovi principi ed attitudini: “New Thinking”. Abbiamo bisogno di essere mossi da un approccio di “Flexible Judgment” con un rinnovato ed ancora più marcato orientamento all’ascolto. Il “next step” diventa allora il diffondersi di un sistema multiculturale interno ed esterno all’azienda rivolto a tutti gli stakeholders aziendali. Occorre una cultura organizzativa rivolta alla diversity che si affianchi ed in qualche modo superi il “Diversity Management”. Non sono le formule che cambiano il mondo, ma il modo in cui le formule vengono applicate attraverso un “change management” più maturo e più diffuso.

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Il grande potere delle domande

di Flaminia Fazi

Sbloccare la crescita, la generazione di idee e una connessione forte con gli altri Le domande non sono semplicemente strumenti per ottenere informazioni: sono chiavi per la trasformazione. Che tu sia un leader che guida un team, un coach che aiuta le persone a crescere…

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