La resilienza: imparare ad adattarsi

di Valentina Carosi

La capacità di adattamento è una grande risorsa, sapersi adattare non è banale, non è scontato.

Sapersi adattare ad un contesto nuovo, di lavoro, familiare, di città , ben accetto o traumatico, qualunque esso sia, comporta un investimento emotivo importante che impatta fortemente sulla capacità di saper gestire la fonte di stress generata dalla novità che ci si appresta a vivere.

Andrew Zolli scrive nel suo libro “Resilienza, la scienza di adattarsi ai cambiamenti”, che la resilienza è la capacità di saper conservare la propria integrità ed il proprio scopo di fronte ad una modificazione delle circostanze, circostanze per l’appunto a cui adattarsi senza dimenticare chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare nonostante la novità che ci sta travolgendo e coinvolgendo.

eppure l’adattamento logistico e quello emotivo viaggiano di pari passo, l’adattamento emotivo richiede maggior tempo per assimilare il cambiamento da un punto di vista di accettazione e accoglienza.

Cambiare ad esempio lavoro, iniziare a lavorare in un open space, quando prima si aveva una stanza chiusa da una porta, interagire fisicamente con tante persone che condividono lo stesso posto, quando prima si era da soli o massimo in 2, avrà un risultato più immediato nell’ adattamento logistico rispetto all’adattamento emotivo, poiché integrarsi in un contesto dove più persone possono ascoltare le mie telefonate, vedere in faccia i miei stati d’animo, sentire i miei umori e malumori richiede più tempo e metabolizzazione della novità.

E cosa succede quando si riconosce consapevolmente di non appartenere totalmente o parzialmente al nuovo contesto in cui mi sono adattato o mi sto adattando?

Se è vero però che non siamo in grado di controllare le maree del cambiamento, possiamo però imparare a costruire imbarcazioni migliori

Come possiamo allenare la nostra capacità di adattamento, costruendo delle imbarcazioni sempre più  solide che ci aiutano a navigare meglio? In sintesi, come possiamo allenare la nostra resilienza di fronte al cambiamento necessario o sentito?

Qui di seguito dei veloci ma efficaci consigli:

  1. Non esistono fallimenti, solo continui feedback: non fermarsi al primo ostacolo o interruzione di percorso, ma cercare subito delle nuove soluzioni più funzionali a capire se la strada intrapresa è quella corretta da mettere in pratica per raggiungere il risultato atteso e riprovare, riprovare e riprovare ancora. Fare una lista delle cose fatte, quelle da rifare, quelle da migliorare, quelle da eliminare perché non funzionali;

 

  1. L’effetto domino dell’aspetto positivo: il nuovo contesto inevitabilmente porta anche degli aspetti di positivi sui quali focalizzare l’attenzione e dai quali trovare ulteriori aspetti positivi che rafforzeranno la capacità di adattamento. Stare lontano dal pensiero negativo e da una visione negativa che portano inevitabilmente alla valorizzazione di ciò che non va bene e invece concentrarsi solo su ciò che c’è di positivo e costruttivo.

 

  1. Essere semplici nei pensieri e nelle azioni: se il contesto è sfidante, non andarsi ad ingarbugliare in soluzioni complesse, ma pensare ed agire con semplicità. La complessità in questo caso è cattiva consigliera.

 

TUTTI POSSIAMO DIVENTARE RESILIENTI, buon allenamento e buona resilienza!

Valentina

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