Il potere delle domande: lo strumento principe del coach

di Flaminia Fazi

Un coach potrà anche aver vissuto centinaia di sessioni, e ascoltato storie incredibili: affrontato sfide complesse e visto coachee trasformare le loro vite. Eppure, c’è un aspetto del coaching che non smette mai di sorprendere per la sua potenza: la qualità delle domande che poniamo.

Le domande sono molto più che strumenti di esplorazione; sono vere e proprie chiavi che aprono porte, spesso invisibili e ignote, verso nuove possibilità. Ma perché alcune domande toccano il cuore del coachee, mentre altre sembrano scivolare via senza lasciare traccia? Questo è il mistero – e il potere – delle domande trasformative.

La magia di una domanda ben ponderata

Ricordi quella sessione che sembrava bloccata, dove ogni strada sembrava condurre a un vicolo cieco? Sicuramente è successo che hai posto una domanda e, all’improvviso, il coachee si è fermato, gli occhi pieni di consapevolezza. Quel momento non è casuale. È il risultato di una domanda potente che ha scosso il sistema di credenze del tuo coachee, portando alla luce qualcosa che era nascosto.

Michael Bungay Stanier, nel suo libro The Coaching Habit, ci ricorda che “una buona domanda può aiutare una persona a scoprire risorse dentro di sé che non sapeva di avere”. E come coach esperto hai compreso bene che il tuo ruolo non è dare risposte, ma creare spazi per domande che invitano il coachee a guardare oltre i propri confini mentali.

Un aneddoto per ispirarti

Un coach esperto raccontava di una sessione con un dirigente di alto livello che si sentiva intrappolato in una carriera che non lo entusiasmava più. Nonostante tutti i tentativi di esplorare alternative, il dirigente continuava a tornare alla sua narrativa limitante: “Non posso lasciare tutto; ho troppo da perdere.” Dopo diversi tentativi, il coach decise di porre una domanda diversa, apparentemente semplice, ma carica di potenziale: “Che prezzo stai pagando per non cambiare?” Ci fu un silenzio lungo, molto lungo. Poi, il dirigente rispose con una voce rotta: “Sto sacrificando la mia felicità e il mio tempo con la mia famiglia.” Questa consapevolezza, scaturita da una singola domanda, portò a una serie di azioni che lo condussero a ristrutturare completamente la sua vita professionale e personale.

L’arte delle domande trasformative

Come si creano domande così potenti? Ecco alcune linee guida che, anche per coach esperti, possono fare la differenza:

1. Curiosità, non strategia:
Lascia da parte l’agenda mentale su dove la sessione “dovrebbe” andare. Una domanda trasformativa nasce da una curiosità genuina, non da un tentativo di guidare il coachee verso una soluzione preconfezionata. Esempio: Invece di chiedere “Qual è il tuo piano per risolvere questo problema?”, prova con “Cosa ti dice questa situazione di te stesso?”

2. Sfida le convinzioni di base:
Molte volte, i coachee sono intrappolati in schemi di pensiero che non mettono mai in discussione. Una domanda trasformativa può rompere queste catene. Esempio: “Cosa accadrebbe se questa convinzione non fosse vera?”

3. Lascia spazio al silenzio:
Come coach esperto, sai che il vero lavoro spesso accade nei momenti di pausa. Quando poni una domanda profonda, lascia al coachee il tempo di assorbirla e riflettere.

4. Connettiti con le emozioni:
Le domande che toccano il livello emotivo hanno un impatto duraturo. Piuttosto che restare su un piano razionale, esplora l’universo emotivo del coachee. Esempio: “Che significato ha per te questa sfida? Che emozioni ti evoca?”

Un approccio consapevole al tuo lavoro

Le domande trasformative non sono solo uno strumento: sono un riflesso del tuo stato d’essere. La tua capacità di porre domande potenti dipende dalla tua presenza, dalla tua apertura e dalla tua disponibilità a esplorare il territorio sconosciuto insieme al tuo coachee. Spesso ci ritroviamo ad affidarci a domande “standard”, che funzionano bene ma non sempre raggiungono la profondità necessaria. Sfida te stesso: quali domande ti senti a tuo agio nel porre, e quali eviti? Questo potrebbe essere un territorio interessante da esplorare con un supervisore o un mentore.

Esercizio per coach esperti

Rivedi le tue sessioni: se possibile, registra una delle tue sessioni (con il consenso del coachee) e analizza la qualità delle domande che hai posto. Chiediti: erano aperte? Hanno stimolato riflessioni profonde? Avresti potuto riformularne alcune?

Crea nuove domande: scegli un’area specifica che tendi a esplorare spesso con i tuoi coachee (ad esempio, la gestione del cambiamento o la leadership). Scrivi cinque domande trasformative su quell’area e provale nelle tue prossime sessioni.

Domande a specchio: poniti una delle domande che utilizzi con i tuoi coachee. Che effetto ha su di te? Come potresti renderla ancora più potente?

Un viaggio senza fine

Le domande trasformative non sono mai “perfette”, sono in continua evoluzione, proprio come il percorso di un coach: anche dopo anni di pratica, continua a scoprire nuove sfumature, nuovi modi di esplorare la mente e il cuore dei suoi coachee. Come diceva il filosofo Socrate: “La vera saggezza sta nel saper porre le giuste domande.” E allora, come coach, qual è la prossima domanda che sei pronto a porre? E quale potenziale trasformativo potrebbe contenere?

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