Il gender bias è un fenomeno che ancora oggi penalizza e allontana le donne dalle posizioni di leadership, soprattutto in settori tradizionalmente dominati dagli uomini. Il talento femminile è spesso offuscato dai pregiudizi e da un sistema che non ne riconosce il valore.
Quando le competenze non bastano…
Consideriamo il caso di Anna (nome di fantasia), manager senior di un’azienda tech. Nonostante le sue competenze indiscusse, Anna si trova spesso esclusa da progetti strategici e riceve feedback contraddittori sul suo stile di leadership, giudicato a volte “troppo aggressivo” e altre volte “poco incisivo”. Questa situazione, purtroppo, non è un’eccezione. Molte donne di talento si confrontano ogni giorno con simili barriere.
Uno scenario che riflette situazioni che molti coach professionisti possono incontrare e che richiedono un approccio strutturato per accompagnare il coachee a superare tali sfide. Di fronte a queste dinamiche, l’intervento di coaching può focalizzarsi su alcune buone pratiche che incoraggino ogni leader a sviluppare consapevolezza, competenze e strategie efficaci per navigare i bias e affermarsi nel proprio ruolo e, al tempo stesso, aiuti i coachee ad adattarsi alle dinamiche organizzative.
E’ indispensabile, ad esempio, costruire una rete di supporto, valorizzare il proprio brand personale, sviluppare un approccio strategico ai feedback, e uscire dalla trappola della Sindrome dell’Impostore. Ma anche coltivare la propria autenticità per ottenere credibilità e rispetto, e accrescere la resilienza per navigare in un ambiente lavorativo spesso dominato da stereotipi.
Investire nello sviluppo di queste competenze non solo permette di superare le barriere individuali, ma contribuisce a creare ambienti di lavoro più inclusivi, in cui i talenti possono emergere indipendentemente da pregiudizi culturali o di genere.
Domande potenti per sbloccare il cambiamento
Il coaching può beneficiare di domande strategiche che stimolino riflessioni profonde e azioni concrete. Alcune tra le più efficaci:
“Quali sono i tuoi punti di forza e come li stai utilizzando per superare le sfide?”
“Come puoi rendere più visibili i tuoi successi all’interno dell’organizzazione?”
“Quali persone possono supportarti nel tuo percorso e come puoi coinvolgerle?”
“In che modo puoi adattare la tua comunicazione per essere più efficace senza perdere autenticità?”
“Se fossi tu coach di te stess*, quale consiglio ti daresti?”
Queste domande aiutano la coachee ad esplorare nuove prospettive e a individuare strategie pratiche per affrontare situazioni complesse.
Stimolare lo sviluppo delle competenze
Per facilitare il cambiamento, è utile proporre attività che rafforzino le competenze di leadership necessarie per costruire un percorso di successo:
Esercizi di branding personale per identificare il proprio valore unico e sviluppare messaggi chiari per comunicarlo
Simulazioni e Role-Playing per allenarsi nella gestione di situazioni difficili o interazioni critiche
Reflected Best Self, raccogliendo racconti o esempi da colleghi o amici delle nostre qualità migliori, per ottenere una visione esterna dei momenti di massimo rendimento nel proprio ruolo
Feedforward per accogliere input costruttivi dai colleghi e focalizzarsi su azioni future per migliorare
Pianificazione strategica per creare piani d’azione concreti per rafforzare visibilità e autorevolezza.
Oltre il coaching individuale: plasmare la cultura aziendale
Il lavoro di coaching non si limita alla relazione coach e coachee, ma può essere anche un vero e proprio catalizzatore per il cambiamento culturale all’interno delle organizzazioni. Affrontare il gender bias non è solo una responsabilità di chi occupa posizioni di leadership, ma richiede un impegno collettivo e sistemico, per contribuire a promuovere un ambiente più equo attraverso interventi mirati che abbiano un impatto a lungo termine.
Spunti di riflessione per i leader
Per i leader che desiderano affrontare il gender bias e creare un ambiente più inclusivo e diversificato, ci sono alcune domande chiave da porsi:
La mia organizzazione valuta davvero i talenti basandosi sulle competenze e i risultati, o ci sono pregiudizi impliciti che influenzano le decisioni?
Quali condizioni sto creando per far emergere una leadership diversificata?
Quali azioni sto intraprendendo per promuovere un ambiente inclusivo e rispettoso per tutti i miei collaboratori?
Come sto sponsorizzando attivamente talenti sotto rappresentati, o sto inconsapevolmente perpetuando modelli tradizionali?
Il coaching rappresenta dunque lo strumento potente per affrontare le sfide legate al gender bias, sia a livello individuale che organizzativo. I coach professionisti possono supportare i leader nel riconoscere le dinamiche di bias e nell’adottare strategie per superarle, trasformando le difficoltà in opportunità di crescita. Allo stesso tempo, i leader che assumono un approccio proattivo verso la diversità e l’inclusione possono creare un effetto duraturo, contribuendo a rendere le loro organizzazioni luoghi dove ogni talento può prosperare.
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