Il feedback sblocca il potenziale

di Flaminia Fazi

Se sei un coach professionista o un manager, sai già che il feedback è uno degli strumenti più potenti per la crescita. Ma ecco la domanda chiave: lo stai usando in modo efficace per favorire una pratica deliberata e una vera evoluzione nelle persone o con cui lavori?

La pratica deliberata — quella che porta alla padronanza — richiede sforzi strutturati e intenzionali. Il feedback gioca un ruolo cruciale in questo processo perché aiuta le persone a identificare lacune, perfezionare il loro approccio e migliorare continuamente.

Tuttavia, il modo in cui il feedback viene fornito varia significativamente quando a usarlo è un coach allineato agli standard ICF (International Coaching Federation) rispetto a quello che dà un manager ad un collaboratore quando è responsabile della sua performance e dell’esecuzione dei compiti assegnati. Spesso questa differenza si perde per effetto dell’idea di feedback che si è diffusa nei luoghi di lavoro negli ultimi anni.

Esaminiamo queste differenze per ottimizzare il tuo approccio e rendere il tuo feedback più efficace.

Il feedback nel coaching: sbloccare il potenziale attraverso la consapevolezza

Un ottimo coaching non si esprime unicamente attraverso domande potenti. Ha valore anche quando il coach offre un feedback strategico e illuminante rispetto a ciò che ascolta, osserva e comprende, e ha lo scopo di aiutare il coachee a vedere ciò che da solo non riesce a cogliere e a fare progressi rapidi verso il suo obiettivo.

Il ruolo del coach non è valutare la performance, ma creare uno spazio in cui le persone possano scoprire le proprie intuizioni, sfidare le proprie convinzioni e liberare il loro pieno potenziale. Un feedback efficace nel coaching è:

non direttivo e non giudicante. Non dici al cliente cosa è giusto o sbagliato; lo aiuti invece a esplorare le proprie strategie di interazione con sé e il mondo e il proprio processo di apprendimento

orientato a sviluppare consapevolezza e riflessione personale. L’obiettivo è incoraggiare una comprensione più profonda, rileggendo le proprie dinamiche attraverso l’osservazione del coach

accompagnato da domande potenti. Un coach non dirà mai “Dovresti migliorare le tue capacità di leadership,” ma piuttosto chiederà “Cosa noti nel modo in cui conduci le conversazioni?”

incentrato sull’esplorazione. Un coach aiuta le persone a fare connessioni e ad adattare il proprio approccio sulla base delle proprie realizzazioni, piuttosto che su direttive esterne.

– trasformazionale. Il feedback del coach mira a facilitare una crescita a lungo termine e una trasformazione personale.

Il feedback nel management: guidare la performance e l’esecuzione

Un buon management garantisce che il suo team raggiunga risultati e sia allineato agli obiettivi aziendali. Questo richiede una pratica continua e efficace di feedback diversi, che spesso sono basati sulle prestazioni e orientati all’azione nella direzione identificata dall’azienda o dal manager stesso.

Un buon feedback manageriale è:

chiaro e strutturato. Deve permettere a chi lo riceve di comprendere esattamente cosa sta facendo bene e dove deve migliorare.

collegato a KPI e risultati. A differenza del coaching, il feedback manageriale è legato a obiettivi di performance misurabili e al successo aziendale.

focalizzato sui comportamenti e sui risultati. L’attenzione è sulla correzione o il rafforzamento di azioni specifiche, piuttosto che sull’auto-esplorazione.

tempestivo e correttivo quando necessario. I manager devono fornire un feedback che accompagni a modifiche immediate per ottimizzare la performance.

bilanciato tra critica costruttiva e riconoscimento. I migliori manager assicurano che il feedback sia sia motivante che formativo, invece che puramente valutativo.

Come rendere efficace e strategico il feedback nel coaching

1 – Collegare il feedback all’obiettivo del coachee

Il feedback deve sempre essere connesso con ciò che il coachee vuole realizzare. La domanda chiave da farsi è: Come questo comportamento o pensiero influisce sul suo percorso?

Esempio: “Hai detto che non hai mai tempo per i tuoi obiettivi, eppure hai risposto ‘Non credo di poterlo fare’ quando abbiamo esplorato soluzioni. In che modo questa convinzione può influenzarti nel superamento della tua sfida?

2 – Basarsi sull’osservazione, non sul giudizio

Il coach non considera mai i comportamenti come “giusti” o “sbagliati”, ma fa riflettere su ciò che ha notato e invita il coachee a esplorarlo.

Esempio: “Metti spesso in dubbio te stesso, e mi stai dicendo di sentirti bloccato.” “Ho notato che, parlando di leadership, hai incrociato le braccia e abbassato la voce. Cosa ti è passato per la mente in quel momento?

3. Sfidare credenze e schemi limitanti

Il coach aiuta il coachee a riconoscere i punti ciechi e a mettere in discussione le convinzioni che lo bloccano.

Esempio: “Hai detto: ‘Devo essere perfetto prima di lanciare il mio progetto.’ Che impatto ha questa tua convinzione su ciò che vuoi realizzare?

4. Riformulare e offrire una nuova prospettiva

Dopo che il coachee ha riconosciuto il proprio schema, il coach lo aiuta a vederlo da un’altra angolazione, adottando anche uno stile provocatorio.

Esempio: “E se, invece di cercare la perfezione, vedessi questo come un’opportunità per migliorare mentre avanzi? Cosa cambierebbe per te?

5. Incoraggiare la responsabilità e l’azione

Il feedback senza azione è sterile. Il coach guida il coachee a trasformare la consapevolezza in movimento concreto.

Esempio: “Ora che hai riconosciuto questo schema, qual è un piccolo cambiamento che puoi fare questa settimana per modificarlo?

Il feedback come ponte verso il cambiamento

Il feedback è un catalizzatore di crescita e trasformazione. Che tu sia un coach che aiuta le persone a prendere consapevolezza dei propri schemi o un manager che guida il team verso il successo, la qualità del tuo feedback fa la differenza tra stagnazione e progresso.

La chiave sta nell’intenzionalità: non basta dare un feedback, bisogna renderlo strategico, costruttivo e orientato all’azione. Un feedback efficace non impone soluzioni, ma aiuta chi lo riceve a vedere nuove possibilità e ad assumersi la responsabilità del proprio sviluppo.

Ora la domanda è: come puoi migliorare il tuo modo di dare feedback per potenziare realmente chi ti sta intorno?

La prossima volta che avrai l’opportunità di fornire un feedback, fermati un attimo e chiediti: Sto aiutando questa persona a prendere consapevolezza? Sto facilitando un cambiamento reale?

Perché alla fine, il feedback non è solo un momento di scambio: è la chiave per sbloccare il potenziale.

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